Personaggi all’avventura

Immagino che un nuovo capitolo sia, per i personaggi, come un salto nel vuoto. Qualcosa che li faccia restare col fiato sospeso in attesa di quel che potrebbe loro accadere… o meglio, in attesa di conoscere quel che l’autore vuol far loro compiere.

I salti dei capitoli.

Eppure anche i salti di paragrafo non devono esser così semplici per loro. Uno spazio abbastanza grande da creare una pausa tra un rigo e un altro, tra una parola e quella seguente. Sufficiente per creare una parentesi di silenzio abbastanza lunga da crear attesa, ma non abbastanza da poter chiudere il libro poiché il continuo della storia ci attende in una pagina successiva.

Il personaggio? Immagino che il personaggio si alleni, in mezzo a tutto questo ordinato trambusto. Immagino che per lui non sia facile. Lo immagino mentre fa dei paragrafi quello che un pugile può fare con le flessioni: sano allenamento per prepararsi ai grandi incontri. Per il nostro personaggio deve proprio esser uguale: il salto del paragrafo allenamento al salto del capitolo, il salto della riga allenamento al salto del paragrafo…e così via.

In un salto inatteso si racchiude il senso di tante avventure: l’avventura non finisce, a volte ci attende solo una riga più sotto al nostro sguardo. Crediamo che il fulcro della storia sia lontano miglia da noi e magari non ci accorgiamo che lo spannung ci attende dietro l’angolo. O dietro la pagina, se preferite.

Così capita che si perdano i giorni, i libri, gli attimi, la punteggiatura, perché sottovalutiamo lo sviluppo della storia. La nostra storia.

Mai sottovalutare quello che può accadere una riga più sotto di noi. Sorprendenti sviluppi, intrecci avventurosi, possono arrivar a noi prima che noi riusciamo, già decisi all’azione, ad infilar il segnalibro fra le nostre pagine.

Non illudetevi delle pagine bianche, né degli spazi che con la loro presenza sembrano affermare “qui non c’è niente”: al rigo dopo potrebbe esserci tutto.

L’entusiasmo non dovrebbe calare tra uno spazio e bianco e l’altro: forse, da bravi personaggi della storia, si sta solo seguendo quel che lo scrittore vuol che noi facciamo, e forse non ci rendiamo conto che quella che consideriamo un’interminabile attesa immobile, è in realtà proprio il momento della rincorsa, lo spazio prima del lancio.

La pausa prima di continuare la strada nella propria vocazione, da perfetti cercastorie.